Il cigno che scivola sullo stagno si è liberato dal tempo. Parla ai pesci e alle creature dell’acqua ed essi rispondono. Io lo guardo e per un instante mi sento dentro la grazia del mondo.

Questi affascinantissimi versi del re degli aforismi Fabrizio Caramagna consentono di concepire con la fantasia la finezza della straordinaria creatura di questa costellazione. La costellazione del cigno si colloca in alto nel cielo stellato a partire da luglio fino alla fine dell’anno. La sua area centrale è a forma di croce e corrisponde alla Croce del Nord e presta una delle sue stelle (Deneb) al “Triangolo estivo”.

Individuare la Costellazione del Cigno è abbastanza semplice grazie alla forma della Croce del Nord al centro, soprattutto nel suo periodo migliore (fine luglio). Una volta individuata la “croce”, molto più grande della Croce del Sud e composta dalle stelle più luminose del Cigno: Deneb, Sadr, Gienah, Delta Cygni e Albireo, ti basterà cercare gli elementi rimanenti della costellazione che grossomodo assomigliano ad ali, becco e coda del cigno.

Come vederla durante le stagioni

  • Estate: la Croce si trova in alto alle latitudini medio-settentrionali verso mezzanotte. Questo è il periodo migliore per vedere la costellazione del cigno, soprattutto alla fine del mese di luglio.
  • Primavere: è possibile vedere la costellazione al mattino presto a est, anche se poco visibile.
  • Autunno la croce è visibile la sera ad Ovest fino a novembre. Non scende mai al di sotto dell’orizzonte a 45° di latitudine nord o al di sopra, sfiorando unicamente l’orizzonte settentrionale nel punto più basso in località come Minneapolis, Montréal e la nostra Torino.
  • Inverno: per noi che siamo in Italia, questa costellazione rimane nascosta sotto l’orizzonte

Curiosità

Una delle 48 costellazioni originali dell’antichità: gli antichi greci, e non solo, l’hanno citata in molte delle loro leggende. La più famosa e coinvolgente è quello della regina spartana Leda.

Leda e la seduzione di Zeus

Leda diede alla luce due coppie di gemelli, gli immortali Polluce ed Elena e i mortali Castore e Clitennestra, dopo essere stata inebriata dal dio Zeus, trasformatosi in un cigno. I figli immortali furono generati dal capo dell’Olimpo e quelli mortali dal marito di Leda, il re Tindaro.

La variante cinese presumibilmente tratta da Leda e Zeus

Nella storia del “ponte della gazza”, Que Qiao, gli amanti Niu Lang e Zhi Nu vengono separati dalla Dea del Cielo perché Zhi Nu è una fata e di conseguenza non può stare con un uomo mortale. Quando la Dea scopre che i due sono clandestinamente sposati, porta con sé Zhi Nu e crea un fiume nel cielo per tenere separati gli amanti. Il fiume, nella leggenda, è rappresentato dalla stessa Via Lattea.

Il marito di Zhi Nu, Niu Lang, porta i loro due figli in paradiso in modo che possano stare tutti insieme, ma la dea non cede e tiene separati gli amanti. Una volta all’anno, racconta il mito, tutte le gazze del mondo si riuniscono per aiutare gli innamorati a stare insieme plasmando un mastodontico ponte sull’ampio fiume. La costellazione del Cigno rappresenta il ponte della gazza in questa storia.

La trasformazione di Orfeo

Il cigno è talvolta identificato anche come Orfeo, l’eroe tragico greco che ha incontrato la sua fine per mano delle Menadi traci per non aver onorato Dioniso. Secondo questo mito, dopo la sua morte, Orfeo fu tramutato in un cigno e posto accanto alla sua lira (strumento musicale in grado di emettere melodie che magicamente incantava chi le ascoltava) in cielo (da cui tra l’altro nasce un’ulteriore costellazione).

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