Orione, gigante della mitologia greca e romana, cacciatore instancabile, ma non solo: nome di una splendida costellazione, la più nota tra tutte.
La costellazione di Orione è tipicamente invernale, infatti il mese migliore durante il quale è possibile osservarla è proprio il mese di gennaio. Orione è visibile da qualunque emisfero ed è posizionata sull’equatore celeste, fondamentale per conoscere la posizione di una stella nella sfera celeste.
Una costellazione invernale
Il periodo in cui, in generale, è possibile osservare la costellazione di Orione è quello compreso tra novembre e marzo: a novembre tende a sorgere intorno alle 22:00 verso ovest, ma nei mesi successivi anticipa la sua comparsa, raggiungendo la culminazione sull’orizzonte nel mese di gennaio. È proprio per questo motivo che gennaio è il mese migliore per osservare questa costellazione.
Uno dei modi più diretti per identificare la costellazione di Orione è di individuare le tre stelle che definiscono la Cintura di Orione, chiamate le Tre Marie: Alnitak, Alnilam e Mintaka. Queste tre stelle sono situate al centro di un quadrilatero di stelle luminose: la posizione rende possibile la visione della costellazione da ogni punto sulla Terra.
L’allineamento delle Tre Marie, tuttavia, è puramente apparente: lo si nota solo dal punto di vista della Terra, in quanto distano diversi anni luce l’una dall’altra.
La costellazione di Orione vanta una luminosità tale da poter essere visibile completamente a occhio nudo, anche da una città illuminata: conta circa 130 stelle disposte a forma di clessidra. Per individuare la clessidra, è possibile fare riferimento a due delle stelle principali della costellazione:
- Rigel, all’altezza del ginocchio sinistro, una supergigante blu caldissima e luminosa. Il nome deriva dall’arabo e significa: “il piede sinistro di Colui che è Centrale”;
- Betelgeuse, uno dei vertici del Triangolo Invernale, una supergigante rossa con diametro superiore a quello del Sole. Anche il suo nome deriva dall’arabo e significa: “mano di al-jauza”, in cui al-jauza era la figura individuata tra Orione e i Gemelli.
Proprio perché è molto semplice da osservare, la costellazione di Orione è utilissima anche per identificare altre stelle. È la costellazione più studiata in quanto presenta un complesso nebuloso molecolare, sede di formazione delle stelle che ospita moltissimi dei corpi celesti a noi noti.
La costellazione più studiata, usata per trovare altre stelle
La costellazione di Orione è sempre stata oggetto di studi da parte di tutte le popolazioni che hanno vissuto sulla Terra: i Sumeri individuavano nella costellazione la figura di una pecora, difatti il nome “Betelgeuse” è stato tradotto anche come “ascella”, in riferimento all’ascella della pecora che i Sumeri vedevano nel cielo.
Curiosità
- Nell’Antica Cina era nota come “Shen”, tradotto come “tre”, facendo chiaro riferimento alla Cintura di Orione.
- Gli Egizi, addirittura, hanno costruito le piramidi proprio sulla base delle tre stelle della Cintura di Orione, considerandole un tributo al Dio dell’Oltretomba, Osiride.
- Esistono riferimenti ad essa anche nella Bibbia, infatti si considera l’ammasso stellare nella posizione di Betelgeuse della costellazione di Orione come l’origine degli Elohim nell’Antico Testamento.
- L’asterismo della Clessidra costituisce una parte importante della costellazione di Orione, coincide infatti con l’intero corpo del cacciatore